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al testo di Giorgio Mancinelli
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'cieco' quasi le sei l'ora in cui mi levo onde assaporare quel che rimane della notte in cui i pensieri sono ancora a dormire e i 'pupazzi della mia ragione' giocano a tirarmi scherzi prima di ritirarsi ma non in buon ordine confondendo una lucidità che non ho smarrita chissà dove durante il 'rem' nel tempo che s'oscura di favole e schiamazzi di treni notturni in arrivo e di partenze senza orari prestabiliti che a malapena le lancette dell'orologio della stazione sempre fermo riescono a trattenere come quel treno mai in orario che senza saperlo abbiamo perduto perché non era quella la stazione d'arrivo né era quella di partenza se mai fosse solo di attraversamento inutile attenderne un altro è la 'volontà di vivere' che non lo permette che non ammette alcuna fermata intermedia perché altrimenti verrebbe a morire in mancanza del binario parallelo su cui proseguire la corsa efferata in cui si trascina in cui tutto travolge portandosi via le emozioni che nella veglia li hanno tenuti in vita 'i pupazzi della mia ragione' svegli loro nel sonno mentr'io tenevo gli occhi chiusi
... quell'io accecato nel buio |
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